A settembre in Duomo entrerà a far parte dell’Ordo virginum della Chiesa di Milano, qui si racconta e ci parla del suo cammino di discernimento. In allegato anche il volantino per i festeggiamenti e la testimonianza per intero.

“L’anima mia magnifica il Signore”

Sono le parole che Maria pronuncia a casa di Elisabetta nel bellissimo canto del Magnificat. Sono le parole che anche io porto nel cuore nell’incessante avvicinarsi della mia Consacrazione: parole che dicono la mia Gioia e la gratitudine per quanto il Signore ha fatto per me. 

E’ Lui che ha instillato dentro di me il desiderio della Felicità, di una Gioia che nessun ladro può rubare. E’ Lui che sin da adolescente ha messo nel mio cuore la stessa domanda del giovane ricco del Vangelo: “Cosa devo fare per avere la vita eterna?”

Una domanda alla quale ho cercato risposte attraverso tutte le esperienze che in quegli anni hanno caratterizzato il mio percorso di crescita umana e spirituale: la scuola e l’università, l’appartenenza allaParrocchia di San Zeno, il servizio educativo in Oratorio, le proposte dell’Azione Cattolica, la partecipazione a gruppi e attività culturali, il rapporto bello con gli amici, lo stare in famiglia…

E’ in questo tempo che ho anche sperimentato la bellezza di appartenere alla chiesa diocesana ed universale grazie a proposte pensate per i giovani come ad esempio il Gruppo Samuele, il cammino delle “Sentinelle del Mattino”, il Sinodo dei Giovani nel 2002 con il Cardinal Martini, le Giornate Mondiali della Gioventù di Parigi e Colonia…

Esperienze che “mattone su mattone” hanno contribuito a costruire la mia casa e che mi hanno fatto incontrare persone significative, testimoni della bellezza di una vita vissuta per il Vangelo…E’ in questo contesto che ho intuito che il Signore mi chiedeva di lasciare tutto e di seguirlo, proprio come aveva detto al giovane ricco (“Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri, avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi”). Difficile però capire cosa volesse dire in concreto. 

Chi mi conosce sa che sono sempre stata una persona riservata che non ha mai amato particolarmente raccontare di sé, soprattutto la sfera più privata e intima. Così ho autogestito la mia ricerca basandomisulle mie forze, su quanto intuivo da me, senza chiedere consigli, senza parlarne praticamente con nessuno, se non in rarissimi casi. Anche per questo intuizioni e tentativi, illusioni e delusioni, crisi e ripartenze, slanci e ricadute hanno caratterizzato per diversi anni il mio cammino. 

Deve passare un po’ prima che, ormai trentenne, a quei “poveri” indicati dal Signore riesca a dare un volto: erano i ragazzi, gli adolescenti, i giovani che frequentavano i nostri Oratori. E’ per questo che, nel 2010, ho maturato la scelta di dedicarmi ancora più attivamente al servizio dell’oratorio di San Zeno, come responsabile su base volontaria. 

Se dunque le mie giornate erano dedicate al lavoro, le serate e i fine settimana erano pressochè impegnati nel pensiero, nell’organizzazione e nel coordinamento delle proposte per i ragazzi, nell’oratorio domenicale ed estivo, nella pastorale giovanile parrocchiale e, in seguito, di Comunità Pastorale. 

La mia vita era un perfetto gioco ad incastri: non avevo più un momento libero, ma ero contenta e pensavo di aver davvero trovato la strada per la Felicità, la volontà del Signore per la mia vita. Tuttavia, dopo qualche tempo, in modo inspiegabile, comincia ad emergere nel mio cuore una strana inquietudine. Per un po’ ho provato ad ignorarla, rifugiandomi nelle innumerevoli cose da fare, ma poi, ho capito che era di nuovo il Signore che bussava alla mia porta per chiedermi qualcosa “di più”. 

Ho cercato stavolta una guida spirituale che potesse accompagnarmi seriamente in un cammino di discernimento. E così nel 2013, comprendendo che il Signore mi chiamava a dedicare a Lui tutta la mia vita, ho iniziato ad incontrare forme di Consacrazione private, ma anche ad informarmi sull’Ordo Virginum di cui avevo sentito parlare proprio dalla guida che mi aveva accompagnata. Ancora una volta, però, a questo grande slancio è seguita una caduta, stavolta pesante, causata da tanti dubbi, paure, ostacoli che ero io stessa a mettere tra me e la scelta definitiva di seguirlo davvero. 

Anni dopo, nel rileggere questo tempo di crisi, ho scoperto come l’azione del Signore non mi abbia lasciata affondare e anzi, mi ha rimessa nelle condizioni di ripartire in un cammino che non si fermerà più.

Oggi, anche io, come Maria posso esclamare: “Il mio Spirito esulta in Dio mio salvatore!”

Ho dovuto riconoscere di essere una peccatrice, io che mi sono sempre ritenuta una persona brava, giusta, che faceva tutto per gli altri e per il Signore. Ho scoperto che la mia generosità (forse esagerata) mi ha fatta cadere progressivamente nella tentazione dell’indispensabilità, della superbia e dell’autosufficienza.

Pensavo di servire il Signore che invece avevo relegato in qualche angolo della mia casa, come se fosse un soprammobile da spolverare o da invocare perché le mie imprese potessero avere successo. Mi ero cacciata in un vero e proprio delirio di onnipotenza, senza rendermi conto delle conseguenze e incapace di ascoltare i segnali di allarme e i consigli che da più parti arrivavano, soprattutto dalle persone a me più care. 

E allora il Signore “ha spiegato la potenza del suo braccio”, che ha teso verso di me con grande forza per farmi alzare dai tavoli delle imposte a cui sono stata seduta per tanto tempo, ma anche con grande tenerezza per farmi rialzare dopo ogni caduta.

Perché potessi imparare l’Umiltà il Signore “ha innalzato gli umili” davanti a me. Persone capaci di confidare nella Provvidenza, di riconoscere che tutto è Grazia; sempre pronte a donarsi agli altri gratuitamente, ad aggiungere un posto a tavola, a mettersi al servizio in modo discreto e silenzioso. 

Sempre per imparare l’Umiltà, io che mi sentivo invincibile, nel 2017 ho dovuto fare i conti con la mia fragilità fisica che si è manifestata improvvisamente. Una malattia cronica che è stata tuttavia occasione per imparare a prendermi cura di me, a riordinare le priorità, ad aprire un po’ di più il mio cuore agli altri, ad accettare l’aiuto e a cercare sempre più, soprattutto nel mio servizio pastorale, la corresponsabilità. 

Oggi posso davvero dire che “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”

Lui “ha ricolmato di beni gli affamati”, rendendomi piena di quella Gioia, di quella Vita Eterna che avevo sempre desiderato. Lui mi ha scelta, cercata, voluta come la sua perla preziosa. Mi ha liberata dalle corde che mi legavano perché potessi, come l’asinella del Vangelo, accompagnarlo a Gerusalemme per completare la sua Missione, quella della Croce. Sì, un’asinella con la testa dura, determinata, che ha imparato ad amare e ad accogliere a sua volta la sua missione: rendere testimonianza a quella Verità che ha reso Eterna la mia vita.

Ecco, ora è il tempo, come Maria, di “alzarmi e andare in fretta” per raccontare a tutti le meraviglie del suo Amore! Continua a stupirmi come a me, persona riservata, il Signore abbia chiesto di espormi in una forma “pubblica” di consacrazione, quella dell’Ordo Virginum che non è un nuovo istituto secolare o religioso, ma, un modo stabile e consacrato di appartenere ed essere nella Chiesa. 

Nell’Ordo Virginum, al momento della Consacrazione, si fa un proposito di castità, di verginità consacrata che dice la scelta di vivere più intimamente con il Signore. Da questa sequela di Gesù nella verginità consacrata, da questo amore, segue l’amore per i fratelli, cioè il desiderio di donarsi e di servire nella situazione nella quale ciascuna si trova e anche, mettendosi a disposizione della Chiesa e dell’umanità secondo le proprie possibilità. 

L’Ordo Virginum è davvero, come diceva il card. Martini, “un giardino di carismi”, un prato con tanti fiori diversi tra loro. Ciascuna con una sua propria Regola di Vita che viene approvata dal Vescovo, nell’Ordo siamo tutte diverse, per età, cultura, formazione, stile, spiritualità, ma tutte accomunate dauna forte tensione alla radicalità evangelica. E per me che sono cresciuta nel considerare sempre la diversità una ricchezza è davvero il posto giusto e devo dire che sin dai primi anni di formazione mi sono sempre sentita a casa! 

Diceva il card. Martini che la verginità consacrata “non è frutto di un momento di entusiasmo, bensì una scelta pesante, continua, quotidiana, che richiede pazienza, resistenza, vigilanza, perseveranza nella preghiera”.

Ecco, vi chiedo di pregare con me il Signore e la nostra Madonna delle Lacrime perché mi aiutino ad essere fedele sempre alla mia vocazione, stando in mezzo ai contesti della vita, cercando sempre la comunione nella chiesa, testimoniando ovunque l’amore totale ed esclusivo per Gesù. 

E insieme preghiamo per tutte quelle vocazioni che arricchiscono la nostra Comunità; ciascuno possa dire per la propria vita “L’anima mia magnifica il Signore!”.

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